Recensioni

Sui Monti Sibillini: due libri ed un’intervista

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1 Aprile 2021

Recensioni e intervista all’autore di Andrea Giorgi
Sede Operativa di Treia

Il comprensorio dei Monti Sibillini costituisce uno dei territori più noti e rappresentativi di
tutto l’Appennino umbro-marchigiano, che qui raggiunge – con i 2476 metri del Monte Vettore – la sua massima altitudine. All’interno di tale comprensorio possiamo incontrare un variegato insieme di ecosistemi naturali e semi-antropici: da quello prettamente montano (diverse cime superano i 2000 metri) a quello di media-alta collina, da impervie distese boschive a valli ed altipiani coltivati in modo estensivo (quelli di Colfiorito e Castelluccio ne sono l’esempio celeberrimo), digradando poi dolcemente fino ad unirsi e confondersi con i territori di pianura, dando origine a quell’armoniosa giustapposizione di colli e vallate che tanto contraddistingue il paesaggio umbro-marchigiano.
A questa commistione di ecosistemi corrisponde una biodiversità ricca e preziosa, sia dal
punto di vista faunistico (tra le molte presenze, notevoli quelle del lupo, dell’aquila reale, del gatto selvatico e del camoscio) che da quello floristico (sono state inventariate molte centinaia di specie); va inoltre segnalato quell’unicum costituito dal Lago di Pilato, piccolo, autentico tesoro naturalistico, habitat di uno dei più singolari endemismi del centro Italia (il crostaceo Chirocephalus marchesoni).
Del resto, diversi giacimenti fossiliferi attestano una consistente e varia presenza animale fin dalle più remote epoche preistoriche – si vedano i siti di Colle Curti e Cesi, presso Serravale di Chienti, che conservano resti di grandi vertebrati di età pleistocenica (900 000 – 700 000 anni fa). Leggi tutto

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